Associazione Wagneriana

Le prime tre opere di Wagner (di Ildebrando Ferrario)

Incontro del 25 novembre 2009

Relazione di I. Ferrario

Ho ritenuto di far precedere le future relazioni sulle prime tre opere di Wagner da una relazione preliminare, un prologo, quando mi sono posto la domanda, se abbia un senso avvicinarsi a queste sue produzioni giovanili tenendo presenti i lavori della maturità, coi quali fare un confronto. O se sia più logico affrontarle dimenticando ciò che sappiamo sul Wagner della maturità, e tenendo conto soltanto del Wagner di quegli anni di gioventù (quando non aveva ancora elaborato quelli che sarebbero stati i suoi concetti di ”Opera d’arte totale”, di “Melodia ininterrotta”, di “Dramma musicale”, di “Leitmotive”).

Riconosco che anche il primo dei due comportamenti, la ricerca, in queste opere, di germi dei drammi futuri, abbia un certo interesse, e che varrà la pena di accennarne durante la loro presentazione.

Ritengo però soprattutto appagante, tener conto del percorso formativo, culturale-musicale, di Wagner fino all’età alla quale le ha composte, per poi trarre dal loro ascolto motivo di interesse, di divertimento, di critica non aprioristicamente distruttiva; inquadrandole, anche, nella produzione operistica europea dell’epoca.

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E allora, vediamo di ripercorrere le fasi dell’evoluzione di Wagner, dalla fanciullezza, all’adolescenza, alla giovinezza, e seguiamolo anche, per sommi capi, nelle vicissitudini della sua vita e nel suo comporre musica, fino a tutto il periodo della creazione di queste tre opere, composte rispettivamente alle età di 20 anni (“Le Fate”), di 23 anni (“Il divieto di amare”) e di 29 anni (“Rienzi”).

Richard nacque, come è noto, nel 1813, a Lipsia. La madre, Johanna Pätz , apparteneva a una famiglia di fornai, ma, grazie all’aiuto del principe Costantino di Weimar, che la protesse come fosse stata sua figlia (e probabilmente lo era), aveva studiato in un famoso collegio di Lipsia, e fu poi prescelta da Goethe come una delle attrici del Teatro Ducale di Weimar. Scomparso prematuramente il principe protettore, Johanna dovette interrompere studi e carriera.

Sposò Carl Friedrich Wagner, segretario generale della Direzione di Polizia di Lipsia, amatore del teatro di prosa, attore dilettante, e …grande ammiratore delle attrici.

Sei mesi dopo la nascita di Richard, il padre muore di tifo.

Friedrich e Johanna non avevano avuto, evidentemente, problemi economici, dal momento che poterono permettersi di avere ben 9 figli, l’ultimo dei quali era Richard. Due morirono in tenera età. Gli altri 7, alla morte del padre, avevano dai 14 anni di Albert ai pochi mesi di Richard. La loro educazione e il loro acculturamento lo dovettero soprattutto a Ludwig Geyer, amico di famiglia, che Johanna aveva sposato a un anno dalla morte del primo marito, e col quale ebbe la figlia Cäcilie.

Dettagli sull’ambiente familiare di Richard a otto anni (alla morte si Geyer) sono forniti dal primo dei due fogli che ho distribuito (prima parte).

Geyer, che portò questa famiglia da Lipsia a Dresda, era un artista, dalle multiple conoscenze altolocate, specie in ambiente teatrale. Era apprezzato pittore, autore di teatro, attore, in rapporti di amicizia con Carl Maria von Weber; e la sua casa era frequentata da attori e musicisti. Weber, (allora direttore dell’Opera di Dresda), lo aveva notato per la sua voce tenorile, e lo aveva chiamato a coprire alcune parti in vari Singspiele.

Purtroppo, Geyer, muore nel ‘21. Aveva amato profondamente il piccolo Richard, come se fosse suo figlio (e probabilmente lo era). Richard, a sua volta, nei pochi anni che era vissuto con lui, lo aveva amato e ammirato.

Il bambino si era trovato subito avvolto, dunque, dall’ambiente del teatro di Dresda, dove gli furono affidate un paio di particine in lavori teatrali.

L’influenza di Geyer, e le sue conoscenze, furono comunque determinanti per il futuro dei figli di Johanna.

La seconda parte del primo foglio che ho distribuito mostra delle particolarità relative ai famigliari di Richard giovane uomo: Albert diventato tenore e regista teatrale, Rosalie attrice, Julius orafo, Luise attrice, moglie di Friedrich Brockhaus, importante editore tedesco, Klara cantante lirica, Ottilie moglie di Hermann Brockhaus, (fratello di Friedrich), professore universitario di lingue orientali, la sorellastra (o sorella) Cäcilie sposa di Eduard Avenarius, direttore della succursale parigina della casa editrice di Brockhaus.

Fra i parenti e gli affini coi quali il piccolo Richard ebbe a che fare, vi era anche lo zio Adolf Wagner, fratello di Friedrich, insigne filologo, letterato e poeta.

Da tutto ciò risulta evidente anzitutto che la famiglia Wagner-Geyer era di un livello sociale elevato.

E da notare è che la madre, Geyer, zio Adolf, e altri componenti della famiglia, contribuirono nel loro complesso, in un modo o nell’altro e in tempi diversi, ad assicurare a Richard una fanciullezza e un’adolescenza prive di preoccupazioni, e una notevole evoluzione culturale. Alcuni di loro gli sarebbero stati d’aiuto anche in futuro, in numerose circostanze, nella sua vita di adulto.

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Nella propria autobiografia, Wagner sostiene che i sui primi approcci alla musica risalgono a quando aveva otto anni, quando, poco prima della morte di Geyer, riusciva a suonare qualcosa, a orecchio, al pianoforte.

Ma prima che dalla musica, era stato attratto, specie sotto l’influenza dello zio Adolf, dalla letteratura. Proprio nella biblioteca dello zio avrebbe trovato i libri da lui utilizzati in seguito, per le prime due fra le tre opere giovanili. Comunque, l’arte poetica dei suoi “libretti”, assieme alla prosa dei suoi saggi, avrebbero reso Richard Wagner in seguito un non trascurabile personaggio della letteratura tedesca.

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A 9 anni (1822) viene iscritto alla “Kreuzschule” di Dresda, dove aumenta le proprie conoscenze in campi che gli sono congeniali: la mitologia greca, le leggende medioevali, la storia germanica.

Le sue prime, modeste produzioni sono letterarie, fra cui dei versi, e un elogio funebre in memoria di un compagno di scuola.

Richard fanciullo non è però privo di interessi in campo musicale, nel quale ha le sue predilezioni, ad esempio per il “Freischütz” di Weber.

Le prime lezioni di pianoforte le ha, “verso i dodici anni” (come registra nella sua autobiografia), da un precettore di latino, un certo “Herr Humann”. Prima di queste lezioni sapeva eseguire al pianoforte, a orecchio, ouverture operistiche, “ma non era ancora in grado di eseguire correttamente una scala”.

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È dunque vero che Wagner non fu, in fatto di musica, un bambino prodigio, come ad esempio Mozart..

Ma forse lo possiamo definire un … adolescente prodigio. Infatti, il suo interesse per la musica diviene vera passione nell’adolescenza, passione che lo porta a comporre pezzi da camera e sinfonici, e infine un’opera, fra le età di 16 e 20 anni.

 

A 15 anni (1828), a Lipsia (città nella quale è tornato ad abitare, dopo la parentesi di Dresda), può assistere a diverse opere romantiche, come ad esempio “La muta di Portici” di Auber e “Il Vampiro”di Marschner .

Intanto, suo cognato, l’editore Friedrich Brockhaus, fa sì che Richard possa approfondire le proprie cognizioni di storia. Infatti, gli dà l’incarico di correggere le bozze dei volumi sul medioevo e sulla rivoluzione francese, facenti parte di un imponente trattato di storia. Lavoro che dà il via a una lunga serie di ulteriori letture.

Sempre a 15 anni. termina di scrivere la tragedia “Leubald”, iniziata l’anno prima, ispirata a drammi di Shakespeare, da “Amleto” a “Riccardo III”, e a qualche altra fonte, per la quale tragedia gli piacerebbe comporre delle musiche di scena. Ma non ha ancora una preparazione tale da permettergli di portare a termine una composizione musicale. Senza contare che la tragedia, rigurgitante di morti ammazzati, gli viene stroncata dalle sorelle maggiori e da zio Adolf.

Nella consapevolezza della propria impreparazione, e non incoraggiato dalla famiglia nell’approfondire gli studi musicali, Richard prende a noleggio, di nascosto, da una biblioteca circolante, un trattato di armonia di Johann Bernhard Logier, insigne pianista e didatta. Il debito contratto per il noleggio fu il primo dei molti debiti contratti da Wagner nella sua vita, e la madre, Johanna, fu la prima persona a pagare per lui.

Prende poi, sempre di nascosto e a credito, lezioni di armonia da Christian Gottlieb Müller, buon musicista, allora violinista al “Gewandhaus” di Lipsia.

Grazie alla sua laboriosità di autodidatta e alle lezioni di Müller, “appena risolte alcune difficoltà tecniche, come la trasposizione delle chiavi, è in grado, ben presto, di leggere le partiture con la stessa facilità della prosa” (così si esprime il suo biografo Robert Gutman, nel suo libro “Richard Wagner”, del 1968).

 

A 16 anni (1829) assiste, al “Gewandhaus”, al “Fidelio” di Beethoven, e ne rimane entusiasta. Ascolta a Lipsia molta musica per lui nuova. Memorabili furono per lui le esecuzioni del Requiem di Mozart e della Settima Sinfonia di Beethoven.

Sempre sedicenne, inizia a comporre: fra l’altro, una Sonata per pianoforte, un’Aria, un Quartetto

Nel secondo foglio che ho distribuito è elencata una serie di composizioni di Wagner dai sedici sino ai ventinove anni, cioè sino all’anno di varo dell’opera “Rienzi”. In grassetto le composizioni non operistiche che sono riuscito a reperire (su CD), e fra le quali Roberto Falconi sceglierà quelle da farvi ascoltare.

A sedici anni Richard prende lezioni di violino da Robert Sipp, anch’egli, come Müller, violinista del “Gewandhaus”, ma è, a detta dell’insegnante, il suo peggiore allievo.

 A 17 anni (1830) entra al liceo “San Tommaso”, dove presta poca attenzione alla normale attività scolastica, ma non trascura, per conto suo, la musica. Infatti, in questo periodo compone una Sonata per pianoforte in si bem.magg.op.1, in quattro movimenti: Allegro con brio, Larghetto, Minuetto***, Allegro vivace.

Si cita anche una composizione per orchestra ispiratagli dalla nona sinfonia di Beethoven, una ouverture per il dramma “Die Braut von Messina” (La sposa di Messina) di Schiller e una Ouverture in do magg

A Natale dello stesso anno, viene eseguita, al teatro di Lipsia, durante un concerto di beneficenza, la sua “Ouverture dei colpi di timpano”, che suscita l’ilarità del pubblico. E il giovane autore, mortificato, esce dal teatro alla chetichella.

A 18 anni (1831) si iscrive all’Università di Lipsia come “Studiosus musicae” (qualifica non impegnativa, che, riferisce Gutman, “richiedeva solo il pagamento delle tasse”).

Il rapporto fra Richard e l’Università possiamo dire che non esiste; cioè, esso si limita alla partecipazione, da parte del Nostro, alle imprese della vita goliardica, con relative dissolutezze.

A questo punto la madre, che si è via via convinta del talento musicale dell’indocile figlio, chiede aiuto a Christian Theodor Weinlig, uno dei più dotti contrappuntisti tedeschi (allievo di un allievo di Giovanni Battista Martini) e da quell’anno Kantor alla Thomaskirche di Lipsia (carica che era già stata di Bach).

In un primo momento Richard si ribella agli esercizi di armonia previsti al principio del corso, talché Weinlig lo lascia. Ben presto però il giovanotto sì pente del proprio contegno, si riconcilia con l’insegnante, e per sei mesi si affida alle sue lezioni di composizione.

Di Richard diciottenne sono citate parecchie composizioni non operistiche:

Anzitutto, Sette composizioni su testi del “Faust ” di Goethe per voci, solisti e coro op. 5. Si tratta della messa in musica di sette fra quei brani, costituiti da versi per lo più brevi, rimati, che Goethe aveva inserito nel contesto della nultimetria (endecasillabi, novenari, quinari…) del “Faust” , facendoceli percepire come dei Lieder, o delle ballate, a sé stanti,…quasi pronti per essere musicati. Eccone i titoli: Die Soldaten (I soldati), Bauern unter der Linde (Contadini sotto il tiglio)***, Branders Lied (Lied di Brander), Lied des Mephistopheles I***, Lied des Mephostopheles II*** , Gretchen am Spinnrade (Margherita all’arcolaio)***, Melodram Gretchen (Margherita, melodramma)**.*

Altre composizioni di quell’anno: una sonata per pianoforte a quattro mani,

l’ ouverture da concerto n.1, in re min. op. 2

una fantasia per pianoforte op.3

una polacca per pianoforte a quattro mani

Da notare che la catalogazione di 5 composizioni giovanili, da op. 1 a op.5, fu fatta da Wagner stesso. Oggi ci si riferisce alla recente catalogazione WWV (Wagners Werke Verzeichnis), che comprende i complessivi 113 titoli della produzione wagneriana. Questa catalogazione è dovuta a John Deatridge, esimio musicologo dei nostri tempi (coautore, con Carl Dahlhaus, di un libro sulla vita e le opere di Wagner), e a due suoi collaboratori, “specializzati” in Wagner (Martin Geck ed Ernst Voss).

 

A 19 anni (1832), l’insegnamento di Weinlig lo avvicina all’opera di Bach, cosìcché Richard può approfondire le proprie conoscenze su di essa. Mi viene in mente, a questo punto, il perfetto corale dell’inizio dei “Meistersinger”.

Weinlig, conscio a sua volta del talento dell’allievo, continua in seguito a stargli vicino come consigliere e amico.

Sempre a 19 anni, Richard ha modo di visitare Vienna, dove si ferma per alcune settimane, dove assiste, fra l’altro, a una rappresentazione del “Flauto magico” di Mozart , e viene a conoscenza dell’opera “Zampa” di Hérold, opera che aveva debuttato l’anno prima (nel ‘31).

Di torno verso casa, si sofferma in una località nei pressi di Praga, presso amici, e da lì prosegue per Praga, dove fra l’altro, scrive il suo primo libretto d’opera, “Le nozze”. Tornato a Lipsia, inizia a musicarlo, ma poi, nonostante un elogio ricevuto da Weinlig per un settimino che aveva inserito nella partitura, rinuncia a completarla, anche in seguito alle critiche mossegli dalla sorella Rosalie sulla trama, che lei giudicava troppo tragica nella sua eccessiva passionalità. Da notare che ai protagonisti di “Le Fate” Wagner darà gli stessi nomi di quelli delle “Nozze”: Arindal e Ada.

Richard diciannovenne compone l’ouverture in re min. “König Enzio” (Re Enzio)***per il dramma di Ernst Raupach, la cui azione si svolge nel XIII secolo, protagonista il figlio illegittimo di Federico II di Svevia, Heinrich (ovvero Heinz, ovvero, italianizzato, Enzio), che era stato nominato dal padre Re di Sardegna. Fra gli interpreti del dramma figurava, al Teatro di Corte di Dresda, Rosalie, nel ruolo di figlia di questo Enzio.

Compone inoltre, la Sinfonia in do magg***, che riprenderà nientemeno che nel 1882, a un anno dalla morte, a Venezia, dove, apportate modifiche alla partitura, la dirigerà, alla presenza solo di familiari, nella notte di Natale di quell’anno, con l’orchestra del Liceo Benedetto Marcello (il Conservatorio di Venezia), allora ospitato nel teatro “La Fenice” (come narra Henriette Perl nel suo libro “Richard Wagner a Venezia”, del 1883).

Sempre a 19 anni compone anche una “Grande sonata per pianoforte in la magg.” op.4,

un’altra sonata per pianoforte, e l’ouverture da concerto n. 2 in do magg., scritta sotto la sorveglianza di Weinlig,

 

All’età di 20 anni (1833), si apre per Richard una nuova era: quella della figura direttoriale nei teatri d’opera.

Infatti, grazie al fratello Albert, tenore principale e regista presso il Teatro di Würzburg, viene assunto da quel teatro non solo come pianista-accompagnatore, ma anche come direttore del coro. E a Würzburg diventa a pieno titolo, con “Die Feen”, anche compositore di “opere”.

Fra i lavori non operistici di questo 1833 è da notare la sua strumentazione di una cavatina dall’opera di Vincenzo Bellini “Il pirata”, la cui première risaliva solo a pochi anni prima (alla “Scala” di Milano, 1827).

A 21 anni (1834), lascia il teatro di Würzburg, e viene assunto da quello di Magdeburg, in qualità di direttore d’orchestra. Qui, e nelle sedi nelle quali svolgerà negli anni successivi questo ruolo, i suoi orizzonti musicali hanno modo di ampliarsi, con la presa in visione di numerose partiture di opere liriche italiane, francesi, tedesche. Fra le opere italiane, oltre a quelle di Bellini, anche quelle di Spontini , di Rossini (p.es. “Il conte Ory”. opera comica in due atti) e di Donizetti (p.es. “Alina, regina di Golconda” (opera comica in due atti, come sarà il “Liebesverbot”). Fra le opere di autori francesi, “Zampa”, di Hérold (ambientato in Sicilia, come sarà per il “Liebesverbot”). Fra quelle di autori tedeschi, “Il vampiro” di Marschner (opera fiabesca, come sarà “Le Fate”), e “Roberto il Diavolo” di Meyerbeer, caratterizzabile come grand’operà (come sarà “Rienzi”).

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A 22 anni, (1835), sempre a Magdeburg, inizia a comporre la sua seconda opera, “Das Liebesverbot, oder Die Novize von Palermo” (“Il divieto d’amare, o la novizia di Palermo”). Fra le composizioni non operistiche, abbiamo l’ouverture al dramma storico “Cristoph Columbus”, del poeta Theodor Apel, grande amico di Richard; dramma che fu rappresentato nel tetro locale, preceduto appunto da questa ouverture.

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A partire dal 1836, inizia il primo fra i periodi veramente difficili del giovane Richard, periodo che si protrarrà per sei anni, sino al ’42 (dai 23 ai 29 anni d’età).

Fallimento della compagnia di Magdeburg, ingaggio come direttore d’orchestra a Königsberg, grazie all’attrice Minna Planer, della quale si è innamorato e che sposa; declino delle fortune della compagnia locale, con insolvenza dell’impresario, debiti. (E a proposito di debiti, si sa che Wagner non fu mai un buon amministratore dei propri proventi, nel senso della capacità di adeguare le proprie spese all’entità degli introiti). A tutto ciò si aggiunge un momento di grave turbolenza nei rapporti fra Richard e Minna.

Nonostante tutto, il Nostro continua a comporre.

Nel ’36 termina l’opera, “Das Liebesverbot” e, fra le composizioni non operistiche, l’Ouverture in do magg., “Polonia” e l’Ouverture in re magg. “Rule Britannia”. Per la prima delle due, “Polonia, utilizza del materiale tematico di cui era venuto a conoscenza anni prima, a Lipsia, durante una notte di allegria insieme a una compagnia di esuli polacchi, che avevano partecipato all’insurrezione, fallita, contro il dominio sulla Polonia da parte della Russia. La seconda, “Rule Britannia”, si basa su materiale tematico del canto patriottico omonimo, che era considerato come il canto nazionale non ufficiale del Regno Unito.

.Nel ’37 si trasferisce, con Minna, come direttore d’orchestra, a Riga. Ma i debiti si moltiplicano. La morte (di parto) della sorella Rosalie, che aveva sempre sovvenzionato il fratello, aggrava ulteriormente la situazione finanziaria della coppia.

A Riga, nel ’38, compone, fra l’altro, due Lieder: Der Tannenbaum (L’abete, ovvero l’albero di Natale)*** su testo di Scheurlin, e Attente (Attesa) su testo di Victor Hugo.

Nel ’39, sotto il carico dei debiti, Richard, ricercato dalla polizia, fugge con Minna da Riga: si imbarcano, e dopo una navigazione burrascosa nel Baltico, (Richard se ne ricorderà quando comporrà la prima scena dell’ “Olandese volante”), approdano in Inghilterra. A Londra Richard cerca di contattare il presidente della Royal Philharmonic Society della città, sostenitore della musica contemporanea di allora. Non ci riesce. Gli manda la partitura di “Rule Britannia”, sperando in una esecuzione londinese, ma la cosa non ha seguito.

Dopo una settimana, la coppia attraversa la Manica e giunge in Francia. A Parigi, Richard tenta invano, nonostante l’aiuto di Meyerbeer, di far allestire “Das Liebesverbot”. La situazione finanziaria si va facendo drammatica.

Risalgono al ‘39, altri cinque Lieder: Extase (Estasi) e La tombe dit à la Rose (La tomba dice alla rosa)***, entrambi su testo di Victor Hugo, Mignonne su testo di Pierre de Ronsard (poeta del XVI secolo), Tout n’est q’un image fuggitive (Tutto non è altro che un’immagine sfuggente) su testo del poeta Jean Reboul , Le deux Grenadiers (I due granatieri), scritto in francese da Francọis Adolph Loeve-Veimar sulla base di un testo in tedesco di Heine.

Nel ’40, a Parigi, Richard riceve dei finanziamenti dal cognato Eduard Avenarius, marito di Cäcilie, ma non bastano. Viene incarcerato per debiti. Se la cava, grazie a una somma fattagli avere dal vecchio amico, Theodor Apel. Racimola poi del denaro anche con la pubblicazione di saggi musicali, come pure di scritti vari sulla “Gazette musical de Paris”. Inizia a comporre la sua terza opera, “Rienzi, der letzte der Tribunen” (“Rienzi, l’ultimo dei tribuni”). Compone inoltre una ouverture in re min. per il “Faust” (che revisionerà poi, nel ‘55). Secondo Gutman, le musiche per il “Faust”(questa ouverture e i sette Lieder del ‘31) sarebbero le “uniche composizioni fra le opere giovanili di Wagner, che si elevino al di sopra dell’imitazione”. Nello stesso anno compone altri due Lieder: Dors, mon enfant (Dormi, bambino mio)*** su testo di anonimo, forse dello stesso Wagner, e Les adieux de Marie Stuart (Gli addii di Maria Stuarda) su testo del poeta e musicista Jean de Béranger.

Finalmente, a 29 anni, (1842) dopo quei sei anni tempestosi , un raggio di sole. Grazie a una serie di favorevoli circostanze, Richard, con Minna, lascia Parigi e si sistema a Dresda, dove viene rappresentato, al Teatro di Corte, “Rienzi”, che ottiene un grande successo.

“Rienzi” è l’ultima delle prime tre opere di Richard. O meglio: delle sue prime ed ultime tre opere. Infatti, con “Der fliegende Holländer”, che sarà varato nell’anno successivo a Dresda, Richard Wagner, trentenne, diventerà, in via definitiva, compositore di “drammi musicali”.

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 NB: Segnalate col grassetto le composizioni non operistiche a nostra disposizione, e con grassetto, sottolineatura e tre asterischi quelle che,  fra di esse, ad intervallare l’esposizione di Ferrario, sono state fatte ascoltare da Roberto Falconi e sono state commentate da lui, dal Maestro Guido Salvetti e da altri presenti.

Ildebrando Ferrario